SECONDA PUNTATA
Cari fratelli in Cristo,
nuova puntata di TELETARANTELLI.
Nel famigerato comunicato di lunedì, come suo solito, il Tarantelli frignava asserendo che lui non conosceva la pratica che, invero, aveva seguito la Caritas, Eppure, per sua ammissione, lo stesso dichiara nelle comunicazioni post riunione che a don Francesco Galluzzo il fascicolo completo lo ha consegnato niente popò di meno che l’Ufficio Giuridico. Ora due sono le cose o il principe del foro, gran ciambellano del Vicariato, è stato declassato a semplice passacarte (cosa che magari gli si addice di più almeno non fa danni) oppure il fascicolo è stato redatto dal suo ufficio e quindi era pienamente a conoscenza di tutto. Risulta anche che la famosa lettera firmata da Don Francesco Galluzzo è stata redatta proprio dallo stesso ufficio giuridico e mandata al povero sacerdote che, ahimè, l’ha firmata. Non si hanno invece tracce di documenti che attestano che il prelato segretario abbia avallato l’intera vicenda. Dovrebbe sapere, il nostro, che quando si scrivono determinate cose esse vanno provate con documenti e non con chiacchiere. Or bene si capisce perché il duplex Tarantelli-Reina (Celli) abbia “imposto” a don Francesco di dimettersi per ragioni di salute dal 1 settembre 2024… magari don Francesco potrebbe ricordare, parlare, tirare fuori documenti. Meglio zittirlo.
Del resto la stessa tattica l’hanno fatta con il CDAE. Dopo le famose riunioni di cui tutti hanno il verbale i membri sono stati invitati a dimettersi. La motivazione? Fuga di notizie. Ma perché si ha paura che il clero di Roma sappia ciò che si decide li? Ma la trasparenza invocata da Papa Francesco che, non meno di un anno fa, dichiarava: “Ciò è particolarmente importante nel servizio di carità, che fa affidamento sulla buona volontà e sulla generosità di tante persone in tutto il mondo. Sebbene non siano paragonabili all’immenso danno derivante dall’incapacità di proteggere i più vulnerabili da varie forme di abuso, gli scandali finanziari causati da una mancanza di vigilanza e trasparenza danneggiano il buon nome della Chiesa e possono mettere in discussione la credibilità della fede stessa.”
Ed il buon Tarantelli si è subito adeguato giacché ha subito vietato che le sedute venissero registrate (come accedeva in passato), che le pratiche di cui si sarebbe discusso non venissero più inviate ai membri (giammai si potessero preparare e ribattere alle castronerie del nostro) e che le bozze dei verbali non venissero più inviate ma solo lette, per l’approvazione, nella seduta successiva. A parte il fatto che i verbali andrebbero fatti seduta stante ma se poi la prossima assise è dopo mesi chi si ricorda? Giustamente è più facile cambiare castronerie dette a ruota libera quando non hai “l’angelo custode” che ti scrive correttamente ciò che il diritto afferma.
Tra l’altro, a dimostrazione di ciò, i verbali che sono stati pubblicati ancora non vengono approvati. Sarà perché in essi il Tarantelli tirava in ballo la CIV? oppure per il tutto e il contrario di tutto che lo stesso in dieci minuti riusciva a dire? Ed ora che i membri ed il presidente non ci sono più chi li approva? Persone che non erano presenti? Il buon principino dovrebbe sapere che i verbali vengono approvati dalle persone che hanno partecipato a quella riunione non ad altri. E poi vi sono le registrazioni… su Tarantelli pubblica le registrazioni delle riunioni. Dove è il problema? Hai così tanta paura? Eppure il Papa, che tu dici esserti amico e che si fida ciecamente di te (dovrebbe cambiare ottico però), parla di trasparenza e tu? Tu invece hai paura dei documenti (non segreti di stato ma documenti che dovrebbero già essere pubblici) che vengono pubblicati chiamandoli, addirittura, frudolenti? Cosa c’è di fraudolento nel pubblicare un verbale approvato e firmato? Sarà forse che ha messo alla luce il fatto che non sapevi neanche a chi stavi vendendo un castello? E poi da tre anni a questa parte perché quel castello non lo hai più venduto?
Ah già anche li nella Bianchi Ninni, nonostante una causa vinta, stai cercando di fare la solita transazione a ribasso per le casse del vicariato. Ecco sarebbe una buona cosa se tu pubblicassi la sentenza (che poi è gia pubblica) e l’atto di transazione a ribasso che vorresti far approvare dal CDAE ( e magari quando rimarrete Tu, Reina e Di Tolve lo farete pure).
Così magari iniziamo con la operazione trasparenza tanto cara al Papa e poco cara a te.
Sarebbe inoltre da chiedere all’allora direttore della Caritas diocesana, don Benoni Ambarus, se ci furono davvero delle “rimostranze” (punto 6 del Comunicato stampa) da parte sua verso il Vicariato?!
Dietro a tutta l’operazione Bianchi Ninni comunque c’è la divorziata o separata Emanuela Santelli, sempre dietro e sempre presente nel backstage.
Anche il mediatore, agente immobiliare, dell’operazione del castello di fabbrica, arch Ricci è amico della signora. Se andrete tra i vari affari del Vicariato lo vedrete apparire in diverse operazioni.
Chissà se vedremo riapparire in qualche incarico il loro amichetto che con loro e il Sig Alberto Statuti (ancora felicemente domiciliato a due soldi a Lungotevere dei Vallati) ha fatto tanto bene alle parrocchie di Roma, don Pierluigi Stolfi?
Cari fratelli, oggi la Chiesa ricorda Santa Rita, la Santa delle cause impossibili. Chissà che Lei riesca a far comprendere le parole: “Trasparenza”, “diritto”, “preghiera”, “timor di Dio” al nostro Tarantelli. Noi ai miracoli ci crediamo, anche se impossibili.
Nel frattempo dotatevi di pop corn… a giorni nuova riunione CDAE.